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Nome utente: Naika
Vero nome: Nadia
Iscritto dal: 18/04/2011
Status: Utente
Bio:

Beta-reader: No
Sesso: Femmina
Casa di Hogwarts: Gryffindor
[Denuncia]
Commenti di Naika
 
 
Rating: Nc17
Trama:

Può uno scherzo stravolgerti completamente la vita?
Harry crede sia possibile, soprattutto quando la sfiga ci mette lo zampino.
Ma dopotutto si sa, non tutti i mali vengono per nuocere e se il male si chiama Draco Malfoy il divertimento è assicurato...
Categoria: Draco/Harry - Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Generi: Comico, Erotico, Romantico - Avvertimenti: Sesso descrittivo
Sfida : Nessuno
Serie: Nessuno
Capitoli: 3 - Conclusa: - Numero di parole : 6221
Pubblicata il: 14/11/2008 - Aggiornata il: 03/12/2008 - Questa storia è stata letta 5580 volte
Di: Naika (Firmato) - Data: 26/07/2011 - A: Capitolo 2: Chocolate is Aphrodisiac

Ciao, sono Naika, l’autrice di “Io AMO la natura”.

Un’amica mi ha segnalato la tua fic e, per quanto io abbia apprezzato che tu abbia indicato nelle note che la lemon del capitolo 2 (se non gran parte del capitolo stesso) è stata copiata di sana pianta dalla mia storia, avrei apprezzato ancora di più che tu mi avessi chiesto il permesso di copiarla.

Volevo invece ringraziare chi ti ha scritto chiedendoti di mettere il mio nome nelle note, è stato molto carino da parte sua preoccuparsene, pur non conoscendomi. Grazie infinite.

Un grazie anche e tutte quelle che hanno commentato dicendo di gradire la lemon con il cioccolato, la scena nel bosco o la descrizione del demone volpe.

Sono felice che vi sia piaciuta! ^.^

Se non avete Immoral Lovesickness vi consiglio di procurarvelo, non tanto per la mia fan fiction, quanto per i disegni meravigliosi con cui l’ha illustrata Marco Albiero!
La sua Volpe toglie il fiato e il suo Kei è perfetto!! ^.^

Allego la fic origale così che possiate vedere cos’era davvero il mio lavoro.

Kiss Naika
http://najka.altervista.org/


Io AMO la natura
Di Naika

Kei sbuffò per la quindicesima volta da quando era sceso dall’autobus.
Finalmente era cominciata l’estate e lui avrebbe potuto andare a divertirsi al campetto di basket con i suoi amici, avrebbe potuto passare ore a prendere il sole, avrebbe potuto trascorrere il pomeriggio sdraiato sul letto a leggere fumetti.. e invece no!
Perchè i suoi ‘adorabili’ genitori avevano deciso di iscriverlo ad una serie di gite nel bosco di Kiow.

Aria pulita, un po’ di sano movimento, il fascino millenario dei grandi alberi custodi di antiche leggende...

“Bah, bah e triplo bah!” sbuffò il ragazzo, irritato, lanciando un’occhiata malevola alla guida che li precedeva per lo stretto sentiero in salita, blaterando di miti legati a quella foresta.

Spiriti, fantasmi, creature magiche... non era più un bambino, lui!
Non aveva creduto a quelle storie a quattro anni, figurarsi a diciotto!!

Sbuffò per l’ennesima volta, vagliando il resto della compagnia.
A parte la guida, lo accompagnavano una coppietta di innamorati così zuccherosi da far venire il diabete solo a guardarli, una professoressa di lettere, una famigliola con due piccole, insopportabili, pesti e un gruppetto di tre amici uno più occhialuto dell’altro.
Gemette frustrato.
Nessun bel ragazzo neanche a pagarlo oro, nessuna ragazzina da torturare con qualche ragno nel colletto.
Strinse le cinghie dello zaino rallentando un po’ il passo, lasciando che la guida continuasse a parlare, mentre cercava una scusa per tornarsene a casa.
Aveva giusto intenzione di fermarsi, fingendo di doversi allacciare una scarpa, per poi voltarsi e fuggire a gambe levate, quando il guardia boschi si fermò, concedendo loro un’oretta per riposare o fare un’esplorazione dei dintorni, a piacimento.
“Ma mi raccomando..” disse con aria molto seria “Non allontanatevi troppo da qui, questo è il territorio della Volpe Argentata” mormorò.
Kei si coprì il volto con le mani per soffocare un lamento esasperato.
Un’altra storia di spiriti non l’avrebbe davvero retta, decise, e lasciando i suoi compagni di viaggio ad ascoltare le spiegazioni della guida, scelse di addentrarsi tra gli alberi.
Camminò fino a quando il noioso chiacchierio degli altri non fu completamente coperto dai sussurri del bosco, passeggiando di buon passo finché un raggio di sole tra le fronde non colpì la sua attenzione, conducendolo in una piccola, incantevole, conca tra gli alberi secolari.
Avvistato un bel masso piatto, levigato dal vento e dalla pioggia, che sembrava fare al caso suo, ci si sedette e posato a terra lo zaino frugò tra le sue cose finché non trovò ciò che cercava: un vasetto di crema al cioccolato.
Lo aprì con cura affondandovi dentro un dito per poi portarselo alle labbra con un sospiro estatico.
Ripetè l’operazione senza badare alle sue labbra o alle sue guance che andavano sporcandosi con il dolce, gustandoselo con piccoli mugoli soddisfatti, gli occhi chiusi per assaporare meglio quel gusto che gli si scioglieva sulla lingua, mentre tutt’attorno a lui solo il fruscio degli alberi e lo sporadico cinguettio di qualche passero accompagnava il suo spuntino.
Era così immerso nella sua degustazione che non avvertì niente di strano se non quando qualcosa di umido e caldo gli accarezzò le labbra.
Kei sussultò scattando indietro, spalancando gli occhi.

E rimase senza fiato.

Il viso ancora teso verso di lui, le labbra socchiuse e i profondi occhi grigio ghiaccio che lo osservavano curiosi, di fronte a lui c’era il ragazzo più bello che avesse mai visto.
Lunghissimi capelli biondo cenere scivolavano in una cascata di scintillii cristallini ad accarezzare la sua pelle chiara, quasi candida, scivolando in onde di liquida luce sul suo corpo tornito, perfetto e soprattutto... completamente nudo.

Kei boccheggiò un paio di volte cercando di ricordare come si usavano le corde vocali, senza per altro riuscirci, mentre lo splendido sconosciuto si ritraeva di qualche passo agitando pigramente la lunga, vaporosa, coda argentata.

Coda?
La sua mente già in tilt subì un totale black out.

Quella era una coda.
Un coda da... volpe.

“Tu.. tu.. tu..” balbettò incredulo.

Non poteva essere vero!
Erano solo leggende!
Storielle per i turisti!

Eppure, quel dio dalla carnagione lunare e dagli occhi brillanti aveva una lunga coda candida e due appuntite orecchie bianche, che gli spuntavano tra le morbide ciocche chiare.

La Volpe Argentata continuò a fissarlo, a pochi passi di distanza, il capo leggermente reclinato su una spalla, le orecchie tese, attendendo una sua mossa.
Ma Kei era paralizzato.
Assolutamente, totalmente, incapace di muoversi.

E lo spirito parve capirlo, perchè si avvicinò di nuovo a lui, a passi lenti, tranquilli, ondeggiando la coda in una muta proposta d’amicizia, prima di tendere nuovamente il viso verso il suo.
Il moretto sbarrò gli occhi ma non fece in tempo a reagire che la Volpe lambì con la lingua le sue labbra, socchiuse dallo stupore.
Arrossì furiosamente rimanendo immobile, quasi timoroso d’interrompere quel contatto così piacevole e leggero.

Delicato, quasi riverente.

Lo stava baciando.
O meglio... lo stava assaporando.

Per un momento ebbe il terrore che la creatura volesse mangiarlo, ma quando il biondo fece scivolare la bocca sulla sua guancia, blandendo la sua pelle arrossata con baci leggeri e morbidi, il ragazzo dimenticò ogni pensiero.
Era così piacevole essere vezzeggiato da quell’angelo argenteo...
La Volpe si staccò lievemente da lui, inclinando un orecchio candido nell’osservare le gote arrossate e il respiro lievemente affannoso del suo compagno prima di guardarsi attorno.
Kei temette che qualcosa lo avesse disturbato e che stesse per andarsene, ma lo Spirito lo sorprese, prendendogli una mano e cominciando a succhiargli avidamente le dita.

Allora capì.
Non lo aveva voluto baciare.

Stava... stava semplicemente... leccando il cioccolato!

“Ti piace?” chiese, affondando le dita nel barattolo per poi porgergliele nuovamente.
La Volpe agitò la coda come un cagnolino, accogliendo i suoi polpastrelli tra le labbra, facendovi scorrere la lingua con ghiotta attenzione.
Kei cominciava ad avere caldo, la creatura poteva anche non dare valenza erotica al gioco che stava intraprendendo, ma lui... lui stava morendo!

Si diceva che il cioccolato fosse afrodisiaco, forse sarebbe riuscito a drogare quel dio biondo fino a convincerlo ad un sano e piacevole accoppiamento...
Doveva almeno provare!

Prese il barattolino di vetro e, seguito dall’avido sguardo della volpe, si tolse la maglietta, per poi passare le dita imbrattate del dolce sul proprio petto.
La creatura lo fissò curiosa per tutto il tempo.
“Vieni…” lo invitò Kei e lo spirito non si fece pregare, prendendo a baciargli la pelle abbronzata, mordicchiandogli i capezzoli, stringendogli i fianchi tra le mani per impedirgli di allontanarsi dalle sue labbra affamate.
Kei cominciò ad ansimare, i pantaloni ormai irrimediabilmente stretti.
E avere quel corpo da urlo, nudo, che si strusciava contro le sue gambe poi non aiutava di certo!

Lo voleva.

Slacciò i jeans, leggermente impacciato nei movimenti dal volpino che continuava imperterrito a leccarlo con fare goloso, e li lasciò scivolare a terra, presa poi una grossa dose di cioccolato nel palmo della mano, lo spalmò sul suo inguine, con cura, prima di sollevare lo sguardo e specchiarsi in quello argenteo della Volpe. Dovette mordersi a sangue le labbra, per non urlare, quando questi prese a lappare il suo sesso facendo scivolare le belle labbra sulla sua pelle delicata, stringendo le dita sulle sue natiche mentre si posizionava tra le sue cosce divaricate.
Si lasciò sfuggire un lungo ansimo quando il demone lo prese completamente in bocca, cominciando a salire e scendere, facendolo gemere sempre più forte finché, incapace di trattenersi, non venne tra le sue labbra.

Scivolò, esausto, senza fiato, a terra. Il petto che si alzava ed abbassava in fretta, lanciando uno sguardo liquido e soddisfatto al suo amante.
La volpe aveva portato le mani alle labbra e si stava ripulendo dalle piccole tracce di sperma sfuggite alla sua bocca.
Kei lo fissò raccoglierle e poi portarsele alla lingua, assaggiandole curioso.

E ora?
Si chiese il ragazzo.
La Volpe fissò prima il vasetto ormai vuoto e dimenticato, rimasto sul masso, e poi il corpo nudo e ansimante a pochi passi da lui.
Scivolò gattoni fino a lui, agitando lentamente la lunga coda bianca, fissandolo con occhi lucenti.
Solo allora Kei notò la vistosa erezione che spuntava tra le sue cosce candide.
Sorrise, sollevando una mano per sfiorargli il viso con dita leggere, “Hai scoperto che anche QUELLO ti piace...” sussurrò malizioso, allargando le cosce, invitante.
La Volpe agitò la coda in muta risposta, prima di stendersi su di lui, chiudendogli la bocca con un lungo bacio umido, mentre le sue mani scivolavano a saggiare la morbida, calda, consistenza di quel corpo mortale.
Il moretto si aggrappò alle sue spalle ampie, sospirando, sollevando i fianchi per strusciarsi contro il suo ventre teso, affondando le unghie in quella pelle serica quando la volpe, con un’unica spinta vigorosa, lo possedette completamente.
“Dei!” ansimò, inarcandosi nel momento in cui l’altro cominciò a spingere con passione, affondando con forza finché non venne violentemente dentro di lui e Kei, a sua volta, non poté fare a meno di gridare, spruzzando il suo ventre di piacere.


La signora Aidan, fissò il figlio scendere di corsa le scale di casa, lo zaino pronto, in spalla, le labbra socchiuse a canticchiare una canzoncina.
“Hai visto caro..” disse al marito, con le lacrime agli occhi dalla felicità, “...finalmente Kei ha trovato qualcosa che lo appassiona!” cinguettò.
“Hm..” mormorò scettico l’uomo, piegando il giornale per lanciare un’occhiata al figlio, dal di sopra della sua tazza di caffè fumante.
“Non avevi detto che non ti piacevano le gite in mezzo alla natura?” chiese perplesso al ragazzo, che già si stava mettendo le scarpe.
“Io?” chiese Kei con il suo miglior sorriso innocente “Io AMO la natura!” esclamò, infilando un ENORME vasetto di cioccolato nello zaino.

fine...

 

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